
L’11 febbraio è la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, indetta dall’Assemblea delle Nazioni Unite per sensibilizzare sul grave e profondo gender gap che si registra nel campo STEM - acronimo per indicare la scienza, tecnologia, ingegneria e matematica.
In occasione di questa giornata, le aziende del Gruppo MESA - MESA, PROCOMP, OVERNET e MEVB - confermano il proprio impegno per la promozione dell’empowerment femminile e la realizzazione professionale.
Rovesciare il punto di vista comune, ribaltare la narrazione stereotipata e proporre delle role model esperte in materia: ecco i tre fondamentali step proposti quest’anno dal Gruppo MESA per scardinare le radici discriminanti nel campo STEM.
Per realizzare l’obiettivo, il gruppo MESA ha voluto valorizzare la testimonianza di Giulia Hadjiandrea e di Silvia Montante, che, in qualità di Junior Analyst di MESA, condivideranno la loro esperienza passata e i loro progetti futuri.
Donne STEM, l’intervista a Giulia Hadjiandrea, Digital Transformation Analyst: "La diversità di genere aumenta l’innovazione, la redditività e la produttività"
Giulia Hadjiandrea, nata nel 1995, si è laureata con lode in Economia presso l’Università di Stirling con la tesi in "Marriage rate and the business cycle: How Unemployment affects couples' formation in the UK".
Dopo aver sviluppato un forte interesse nel campo della statistica applicata all'economia, Giulia ha trovato il giusto compromesso nello studio della Data Science, una materia di ampio respiro che le ha permesso di entrare in contatto con la nostra realtà imprenditoriale. Infatti, conclusi gli studi in Scozia, ha scelto MESA per iniziare la sua prima esperienza da tirocinante.
Per la nostra azienda, Giulia ricopre il ruolo di Digital Transformation Analyst, sviluppando le sue competenze sulla piattaforma di Whistleblowing, Machine Learning e Time Series forecast.
- Una laurea con lode in Economia e un Master in Data Science ed Economia: qual è la più grande difficoltà che hai dovuto affrontare in questo percorso d’istruzione?
- I due ostacoli più grandi sono stati la lingua e il processo di integrazione all’interno della società straniera. Avendo frequentato un’università internazionale, infatti, mi sono relazionata con delle differenze culturali abbastanza profonde e radicate.
Anche dopo, tornando in Italia, ho affrontato delle difficoltà: ho iniziato il percorso universitario dovendomi adeguare a un sistema a me sconosciuto. Inoltre, il master in Data Science ha richiesto delle conoscenze tecniche più specifiche, che ho acquisito con lo studio e la dedizione. Infatti, per intraprendere questo percorso, bisogna avere dimestichezza con l'uso di computer e sistemi informatici, hardware e software e una buona base di programmazione oltre a buone conoscenze di matematica e di economia. Allo studio, poi, si è affiancato anche il tirocinio in MESA, dove ho potuto applicare concetti teorici in modo pratico.
- I due ostacoli più grandi sono stati la lingua e il processo di integrazione all’interno della società straniera. Avendo frequentato un’università internazionale, infatti, mi sono relazionata con delle differenze culturali abbastanza profonde e radicate.
- Conciliando la statistica e l’economia, hai iniziato il tirocinio con MESA, trovando un compromesso nella materia della Data Science: nei progetti a cui hai lavorato, come hai messo in pratica le materie che hai studiato?
- All'università ho appreso i principali linguaggi di programmazione, R e Python. La conoscenza base di questi due linguaggi, uno più volto all’analisi statistica e l’altro più generico per la sperimentazione con i dati, mi è servita molto durante il tirocinio in MESA. In questo modo ho potuto iniziare un percorso di apprendimento del linguaggio di programmazione più usato in azienda, SQL, ovvero un linguaggio usato principalmente per accedere ed estrarre dati. In più, durante la prima parte della formazione ho imparato a relazionarmi con l’intelligenza artificiale del Machine Learning in modo pratico e veloce.
Infine, rafforzata dalla mia esperienza all’estero, ho dato il mio contributo anche al processo di internazionalizzazione, supportando i rapporti con i clienti stranieri.
- All'università ho appreso i principali linguaggi di programmazione, R e Python. La conoscenza base di questi due linguaggi, uno più volto all’analisi statistica e l’altro più generico per la sperimentazione con i dati, mi è servita molto durante il tirocinio in MESA. In questo modo ho potuto iniziare un percorso di apprendimento del linguaggio di programmazione più usato in azienda, SQL, ovvero un linguaggio usato principalmente per accedere ed estrarre dati. In più, durante la prima parte della formazione ho imparato a relazionarmi con l’intelligenza artificiale del Machine Learning in modo pratico e veloce.
- Dopo aver conseguito la laurea all’estero, hai deciso di tornare in Italia: cosa ti ha spinta a scegliere MESA?
- Due sono stati i fattori principali che mi hanno portata a scegliere MESA: l'attenzione per l'inclusività, non solo nei confronti delle donne ma in generale, e il desiderio di internazionalizzazione. Quest'ultimo, in particolare, è stato il motivo per cui ho deciso di rimanere: dopo il tirocinio e il percorso di formazione, adesso svolgo un apprendistato, che dimostra come la realtà MESA coltivi i suoi dipendenti e investa nel loro futuro, senza abbandonarli. Questa iniziativa ne è la dimostrazione: anche una semplice intervista ti fa sentire parte della vita aziendale e, contemporaneamente, affronta una tematica importante come il gender gap nelle materie STEM.
- Avendo studiato anche nel Regno Unito hai colto delle differenze rispetto alle iniziative che vengono attuate in quel paese per sostenere le ragazze nelle STEM rispetto a quanto hai visto in Italia?
- Ho vissuto principalmente la vita universitaria nel Regno Unito, dove le istituzioni si impegnano di più, rispetto all’Italia, proponendo percorsi e borse di studio, con lo scopo di incrementare il numero di donne nelle materie STEM. Non solo: ci sono innumerevoli associazioni e network per donne e ragazze nelle discipline scientifiche che tentano di ridurre il gender gap.
- Cosa consiglieresti di fare a MESA e in generale alle aziende per risultare ancora più attrattive per le ragazze laureate in STEM?
- Cercare di supportare sempre di più la parità di genere, sia per quanto riguarda la composizione dei gruppi/dipartimenti sia per quanto concerne iniziative per promuovere l’interesse aziendale nei confronti delle donne STEM. Penso che, spesso, siano proprio le donne STEM stesse a essere portatrici di pregiudizi e stereotipi inconsapevoli. Credo che la diversità di genere aumenti l’innovazione, la redditività e la produttività di un’azienda e che quindi sia importante anche per le aziende attrarre donne verso settori STEM.
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