
La Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, tenutasi l’11 febbraio, è passata, ma per il Gruppo MESA - MESA, PROCOMP, OVERNET e MEVB - ogni giorno è un giorno dove impegnarsi sostenendo la presenza femminile nell’area STEM.
La campagna #MESA4STEM è un’iniziativa creata dal nostro Gruppo con l’obiettivo di rovesciare il punto di vista comune e proporre delle role model esperte in materia.
Oggi, è Silvia, Junior Analyst, a prendere la parola!
Silvia Montante, Junior Analyst: "Dobbiamo partire dal nostro mindset, senza farci intimorire dalle regole del mondo esterno, conservare la nostra personalità e vederla come un valore aggiunto"
Silvia Montante, nata nel 1997, si è laureata in Ingegneria Gestionale alla LIUC con la tesi "Descriptive data analytics: applicazione di strumenti di data visualization in un contesto aziendale di produzione".
Durante il percorso universitario magistrale ha svolto il tirocinio nel Delivery di MESA. E, con MESA come trampolino di lancio, Silvia ora è pronta per "spiccare il volo" verso l’estero: è stata infatti selezionata nell’ambito di un progetto europeo STAR per un’esperienza di 4 mesi di stage in Irlanda.
- Cosa ti ha spinto a iscriverti a Ingegneria Gestionale?
- Più di cinque anni fa, quando dovevo iscrivermi all’università, ero una ragazzina: non sapevo bene cosa fare e le mie idee non erano chiare. Ma fortunatamente, grazie all’aiuto dei miei genitori e agli open day universitari, sono riuscita a compiere la mia scelta.
La molla che mi ha spinta a scegliere Ingegneria Gestionale è stata la voglia di poter dare il mio contributo alla macchina aziendale. E questo mi guida ancora oggi: spero di poter maturare abbastanza esperienza da poter ricoprire cariche di gestione dell'impresa.
- Più di cinque anni fa, quando dovevo iscrivermi all’università, ero una ragazzina: non sapevo bene cosa fare e le mie idee non erano chiare. Ma fortunatamente, grazie all’aiuto dei miei genitori e agli open day universitari, sono riuscita a compiere la mia scelta.
- Parlando del tuo stage in MESA, hai trovato una corrispondenza tra i concetti che hai appreso all’Università e la praticità del mondo del lavoro?
- Specialmente all'inizio, ho avuto difficoltà a conciliare il mondo dell’università, così perfetto e logico, con il mondo reale. Ancora adesso, parlando con persone più esperte e mature, ho ancora un po' di disagio poiché sento di non avere abbastanza esperienza in alcuni temi.
La chiave che mi ha aiutata è stata avere una logica di ragionamento che compensava la mancanza di esperienza. In questo modo, specialmente nell’ultimo periodo, ho trovato corrispondenza tra quello che ho studiato e il mio lavoro: ho partecipato a lavori di descriptive data analytics - più incentrati sull’aspetto industriale che ho studiato all’università.
- Specialmente all'inizio, ho avuto difficoltà a conciliare il mondo dell’università, così perfetto e logico, con il mondo reale. Ancora adesso, parlando con persone più esperte e mature, ho ancora un po' di disagio poiché sento di non avere abbastanza esperienza in alcuni temi.
- I progetti che hai seguito hanno richiesto una analisi accurata del processo di budgeting, così come una conoscenza di Power BI per attuare analisi descrittive dei dati. In base alla tua esperienza, quale consiglio daresti alle ragazze che vogliono approcciarsi a questo campo?
- Ultimamente, si parla spesso della disparità nell’ambito lavorativo tra le donne e gli uomini. In ambito aziendale non ho avvertito tanto questi pregiudizi che, invece, ho visto all’università. Spesso c’era un atteggiamento più spavaldo e sicuro di sé da parte dei miei colleghi universitari, mentre le colleghe avevano un comportamento più cauto, anche semplicemente nel dare un esame.
Il mio consiglio, quindi, è quello di partire dal proprio mindset e metodo di ragionamento, senza farsi intimorire dalle regole del mondo esterno: dobbiamo conservare la nostra personalità e vederla come un valore aggiunto per ottenere i risultati che vogliamo.
- Ultimamente, si parla spesso della disparità nell’ambito lavorativo tra le donne e gli uomini. In ambito aziendale non ho avvertito tanto questi pregiudizi che, invece, ho visto all’università. Spesso c’era un atteggiamento più spavaldo e sicuro di sé da parte dei miei colleghi universitari, mentre le colleghe avevano un comportamento più cauto, anche semplicemente nel dare un esame.
- Il tuo percorso lavorativo in Italia si conclude, per iniziare una nuova avventura in Irlanda: quali valori MESA porterai con te?
- Ho lavorato soprattutto con Maurizio Dardi, Alberto Forni e Denise Seghizzi: è stato con loro che ho imparato cosa significa lavorare in una squadra, con tutti i suoi vantaggi e benefici. C’è stato uno scambio continuo di idee e spiegazioni, che mi ha fatto crescere a livello professionale. Sia nei momenti di bisogno che nei periodi meno critici, la presenza della squadra è stata forte.
In più, è stato bello lavorare sapendo di non essere un semplice numero in un’azienda: MESA ha saputo dare il giusto valore al mio lavoro, dandomi la possibilità di seguire i progetti dall'inizio alla fine.
- Ho lavorato soprattutto con Maurizio Dardi, Alberto Forni e Denise Seghizzi: è stato con loro che ho imparato cosa significa lavorare in una squadra, con tutti i suoi vantaggi e benefici. C’è stato uno scambio continuo di idee e spiegazioni, che mi ha fatto crescere a livello professionale. Sia nei momenti di bisogno che nei periodi meno critici, la presenza della squadra è stata forte.
- Cosa consiglieresti di fare a MESA e in generale alle aziende per risultare ancora più attrattive per le ragazze laureate in STEM?
- Ispirandomi alla mia esperienza, consiglierei di creare dei team con un buon mix di competenze e personalità: come dicevo prima, la presenza di atteggiamenti e comportamenti diversi deve essere considerata un surplus.
In questo modo, le persone non si sentiranno in minoranza, ma si vedranno valorizzate per la propria differenza, in un gruppo eterogeneo e coeso .
- Ispirandomi alla mia esperienza, consiglierei di creare dei team con un buon mix di competenze e personalità: come dicevo prima, la presenza di atteggiamenti e comportamenti diversi deve essere considerata un surplus.
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