
L’obiettivo della CSRD è quello di portare il reporting di sostenibilità a livelli di maturazione simili a quelli del reporting finanziario e rendere quindi le informazioni non finanziare più chiare, comparabili e affidabili.
Ma di cosa si tratta, a chi si rivolge e quando entrerà in vigore?
Questa introduzione vi spiega tutto:
- I destinatari della CSRD
- Le novità introdotte
- I prossimi step di applicazione
- La nostra soluzione IMPACT
A chi si rivolge la Corporate Sustainability Reporting Directive?
Con la CSRD, la platea di aziende chiamata a rendicontare i dati ESG si amplia ulteriormente. Salgono da 200 a circa 5.000 le imprese italiane obbligate a rendicontare secondo i nuovi standard, mentre a livello europeo saranno circa 50.000. L’obbligo di rendicontazione è stato esteso a:
- grandi società, quotate e non, con più di 250 dipendenti, un fatturato pari o superiore a 40 milioni di euro e un attivo patrimoniale pari o superiore a 20 milioni;
- PMI, ad eccezione delle microquotate;
- imprese estere che in Europa generano un fatturato superiore a 150 mln di euro e hanno almeno una filiale di grandi dimensioni o quotata in borsa oppure una succursale con un fatturato superiore a 40 mln di euro.
Quali sono le principali novità introdotte?
Nuovi standard di rendicontazione europei
La CSRD ha introdotto nuovi standard di rendicontazione europei, denominati European Sustainability Reporting Standard (ESRS), che forniranno alle aziende linee guida di rendicontazione relative alle tematiche ambientali, sociali e di governance. Questi standard sono definiti ed emanati dall’EFRAG, European Financial Reporting Advisory Group.
Scopri di più: ESRS: Gli standard europei per il reporting di sostenibilità
Introduzione del principio di doppia materialità
Il principio di doppia materialità presuppone, per ciascun tema materiale, la valutazione da parte delle imprese:
- degli impatti attuali e potenziali generati nei confronti dell’ambiente e della società nel corso della gestione (prospettiva inside-out);
- dei rischi e delle opportunità in grado di influenzare positivamente o negativamente i flussi di cassa futuri dell’organizzazione (prospettiva outside-in);
Scopri di più: Guida alla Doppia Materialità e Materiality Assessment
Integrazione delle informazioni nella relazione sulla gestione e nuovo formato
Al fine di rendere più agevole la consultazione delle informazioni di natura non finanziaria da parte degli investitori, la nuova Direttiva CSRD prevede che esse debbano essere riportate e integrate all’interno della relazione sulla gestione. Inoltre, viene richiesto alle imprese di pubblicare la relazione sulla gestione in formato digitale XHTML e taggati secondo il modello ESEF, al fine di garantire una maggior fruibilità delle informazioni stesse.
Introduzione del concetto di limited assurance
Le imprese dovranno ottenere da parte di un revisore legale dei conti o di una società di revisione, una garanzia limitata sul reporting di sostenibilità volta a verificare la correttezza delle informazioni contenute nel report e il rispetto dei requisiti di rendicontazione. Entro il 2028, alle imprese verrà richiesto di ottenere una reasonable assurance che, a differenza della garanzia limitata, presuppone un processo di revisione del report più approfondito.
Scopri i prossimi step di applicazione della Direttiva CSRD per la rendicontazione di sostenibilità
Qui di seguito trovi le date previste per la pubblicazione del bilancio di sostenibilità:
- 2024: imprese già soggette alla direttiva per il report relativo al 2024
- 2025: grandi imprese non soggette alla direttiva per il report relativo al 2025
- 2026: PMI quotate (con opt-out di 2 anni), enti creditizi piccoli e non complessi, e imprese di assicurazione captive per il report relativo al 2026
- 2028: società con capogruppo extra UE che generano in Europa oltre 150 milioni di euro per il report del 2026 entro il 2028
Non perdere le scadenze per pubblicare i tuoi report di sostenibilità e mantieniti in regola con la nuova direttiva.
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